Imprenditori e ricercatori insieme per  nuove soluzioni

1989

Le sfide che oggi l’agricoltura si trova a dover affrontare sono sempre più complesse e urgenti. Ricerca e innovazione devono essere sempre più mirate e orientate a fornire concrete risposte a reali problemi. Per raggiungere questo obiettivo l’Unione europea ritiene che il modello di ricerca tradizionale – un flusso lineare di sapere dai centri di ricerca alle aziende agricole, senza che necessariamente queste siano coinvolte nel processo di ricerca – sia per molti aspetti non più attuale. Molto di più oggi occorre creare dialogo e sinergia tra tutti i detentori di conoscenze che possono contribuire alla soluzione di determinati problemi, dai soggetti della base produttiva fino al sistema ricerca/innovazione. «La conoscenza non è solo nei centri di ricerca» si afferma a livello di Commissione. «Là fuori, nelle aziende, tra gli imprenditori agricoli, tra i consulenti, a livello di organizzazioni di settore e ONG vi è un enorme sapere che va valorizzato, convogliato nella creazione di innovazione e nel determinare la direzione da dare alla ricerca».

Chiudere la distanza tra ricerca e pratica, favorendo la circolazione delle idee e delle conoscenze tra la base produttiva e il “sistema ricerca” è una delle vie che l’Europa vede per lo sviluppo di soluzioni in grado di aumentare la competitività della agricoltura, affinché essa possa “produrre di più con meno”. A questo scopo è stato creato nel 2012 il PEI AGRI – Partenariato Europeo per l’Innovazione “Produttività e sostenibilità del sistema agricolo”, attraverso il quale l’Unione europea intende rimuovere uno dei frequenti ostacoli ai processi innovativi: la distanza tra i risultati della ricerca e l’adozione di nuove pratiche e tecnologie da parte degli agricoltori. Il PEI AGRI è una piattaforma online in continua crescita, che cresce anche grazie al contributo di ogni singolo soggetto che voglia partecipare al dialogo del mondo agricolo europeo. In esso sono descritte attività, possibilità di associazione, risultati di azioni mirate, inviti a partecipare a progetti di ricerca, etc. È cioè una piattaforma di comunicazione e condivisione di idee, conoscenze, esperienze e, perché no, problematiche da risolvere. Il principio alla base di tutte le attività descritte in PEI Agri è la condivisione, per creare una maggiore partecipazione ai programmi di ricerca e innovazione e una più intensa collaborazione tra la base produttiva agricola e il “sistema ricerca”. Questa è, infatti, secondo la Commissione, una delle vie per poter trovare soluzioni più efficienti e concrete alle sfide della moderna agricoltura.

La partecipazione di “nuovi arrivati” nel mondo della ricerca, ovvero di coloro che fino ad oggi erano poco o per nulla coinvolti, viene caldeggiata e sostenuta. L’imprenditore agricolo, il consulente, l’associazione, l’NGO sono invitati a partecipare al progetto di ricerca dall’inizio alla fine e non come “oggetto” di studio, bensì come parte attiva nella identificazione di tematiche da affrontare, nella proposizione di vie di studio e di soluzioni e nella implementazione di tali soluzioni in azienda. Questo approccio non avrebbe solo il vantaggio di raccogliere la conoscenza che oggi la base produttiva possiede, ma che viene ancora troppo poco valorizzata e utilizzata, bensì anche di favorire lo sviluppo di soluzioni più vicine alle necessità reali dell’agricoltura e, quindi, più facilmente integrabili nella vita aziendale, poiché coloro che conoscono le problematiche e hanno bisogno di soluzioni sono coinvolti nel processo di ricerca della soluzione.

Diversi sono gli strumenti di finanziamento a disposizione per raggiungere obiettivi di una agricoltura innovativa e in grado di affrontare le sfide che deve, perseguendo nel contempo questo tipo di collaborazione trasversale. A livello di cooperazione transazionale, il programma HORIZON 2020 – il più ampio programma di ricerca mai messo in atto dalla UE – dedica ben 2/3 degli 1,5 miliardi € per la ricerca nel settore “Produzione primaria e sviluppo rurale” messi a disposizione per il periodo 2014-2020, a progetti che hanno un approccio “multi-attore”, che coinvolgano cioè tutti gli attori chiave per raggiungere gli obiettivi del progetto. Tale partecipazione e coinvolgimento è addirittura elemento discriminatorio per l’accettazione del progetto. A livello regionale o locale i Piani di Sviluppo Rurale sostengono la costituzione di Gruppi Operativi che permettono di aggregare partenariati più piccoli per la soluzione di problematiche di impresa territoriali.

Quello proposto in PEI AGRI e portato avanti nei programmi di ricerca e sviluppo è un importante cambio di paradigma nell’approccio alla ricerca e alla innovazione. Esso apre le porte ad una maggiore e più concreta partecipazione dell’imprenditoria agricola alla soluzione delle sfide del millennio. Un’occasione da non perdere per incrementare l’innovazione, rafforzare il legame tra la base produttiva e il sistema ricerca/innovazione e promuovere la formazione permanente e la circolazione di idee e conoscenze tra tutti i soggetti coinvolti.

Articolo di Maria Luisa Doldi

Maggiori informazioni

  • QUI i punti di riferimento nazionale per il programma HORIZON 2020 che forniscono assistenza e informazioni su come partecipare al programma HORIZON2020
  • QUI la Rete Rurale Nazionale, punto di informazione per la creazione di Gruppi Operativi
  • QUI l’accesso online a PEI-AGRI

 

Figura 1: Il modello su cui si basa lo strumento PEI agri è un modello interattivo, dove la conoscenza fluisce in maniera circolare tra tutte le parti interessate. (Credits: European Commission)

Figura 2: Oggi in Europa vi sono già 400 Gruppi Operativi in azione che si occupano di varie tematiche. Nel grafico la suddivisione dei Gruppi in base alle tematiche che essi trattano. (Fonte: EIP AGRI)