Germoglia l’oro verde in Lombardia

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Boom delle piante di kiwi, che in questo periodo sono piene di gemme: in sette anni le coltivazioni sono cresciute di oltre il 35% passando dai 409,5 ettari del 2007  a 554,6 attuali, con quasi l’80% della produzione concentrata in provincia di Mantova con 441 ettari. “E’ un prodotto molto richiesto dai consumatori sia all’Italia che all’estero – spiega Paolo Carra, Presidente della Coldiretti di Mantova – l’Italia ha saputo ben posizionarsi su questo mercato tanto che siamo uno dei principali produttori al mondo sia in termini di quantità che di qualità. Il kiwi è diventato a buon diritto uno degli ambasciatori del Made in Italy nel mondo ed è anche uno dei campioni delle nostre esportazioni”. E il trend commerciale positivo, con nuovi mercati negli Emirati Arabi, Russia e Corea del Sud, spinge gli agricoltori ad aumentare le coltivazioni. Il prezzo all’ingrosso oscilla fra l’euro e 30 centesimi e l’euro e 40 centesimi, con quotazioni variabili a seconda del calibro dei frutti. E se adesso è il momento dei germogli, fra ottobre e novembre sarà quello del raccolto, con una resa fra i 350 e i 370 quintali per ettaro.

Lucio Speranzini, 41 anni, di Roverbella, che ha 10 ettari a kiwi, conferma: “Farò un nuovo impianto e aumenterò gli ettari perché c’è molta richiesta sia sul mercato interno che all’estero.  A pieno regime le rese arrivano ad oltre 500 quintali per ettaro, anche se poi c’è sempre la minaccia di qualche sbalzo climatico o di qualche malattia”. A livello lombardo, oltre a Mantova, dove si è passati da 319,4 a 441,1 ettari, altre province hanno fatto registrare crescite importante dei frutteti a kiwi: Brescia (da 32,4 a 54,6 ettari con un +69%), Sondrio (da 14,5 a 16,2 ettari) e Pavia (da 8,4 a 10). A Cremona invece gli impianti sono diminuiti passando da 23 a 21 ettari e anche a Bergamo si è scesi da 8,2 a 6,1 ettari. Varese e Lecco sono stabili a 1,8 ettari ciascuno e Milano sale da 0,5 a 1,2 ettari.  Gianfranco Tosi, che coltiva quasi 5 ettari a Monzambano, nell’area delle colline moreniche mantovane al confine con il lago di Garda, spiega che “negli ultimi anni si è assistito ad un aumento della richiesta di frutti, con tre quarti della produzione che vanno all’estero. E’ una coltura che ha bisogno di tante attenzioni a partire dell’accoppiamento piante maschio con piante femmine in un  rapporto 1 a 5. In ogni ettaro ci sono tra i 600 e i 650 alberi. Adesso siamo nella fase dei “germogli”, un momento molto delicato dove il clima e la pioggia giocano un ruolo strategico.”