From Paris with love!

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No, non è un blog sul cinema, e men che meno questa è una recensione del (tra l’altro bellissimo) film del 2010 con John Travolta e Jonathan Meyers. Parigi, o meglio il parco espositivo Paris Villepinte, in questo caso è semplicemente la sede del SIMA, una delle fiere biennali più importanti d’Europa, insieme alla nostra EIMA e ad Agritechnica. Appena conclusosi l’ormai classico tour de force, a “rincorrere” le conferenze stampa dei costruttori e a scambiare proficui punti di vista con il variegato mondo produttivo, è normale fare un bilancio, anche in confronto con l’edizione di poco più di 3 mesi fa di EIMA, tramite una sorta di pagellino.

Posizione e trasporti: 10. Nulla da eccepire: servita ottimamente dai mezzi pubblici (e provvidenziale la fermata della RER, che incrocia successivamente con qualsiasi altra linea di treno o metro); perfetta la navetta gratuita per il trasporto dall’aeroporto dei visitatori in arrivo. E poi, Parigi è sempre Parigi…

Organizzazione e spazi espositivi: 9. Padiglioni enormi, con tutti gli spazi coperti e riscaldati, compresi i collegamenti da un padiglione all’altro. Ampi corridoi tra gli stand, per il passaggio senza difficoltà di flussi notevoli di persone. Unica pecca, la cartellonistica insufficiente per individuare rapidamente i passaggi ai padiglioni adiacenti.

Internazionalizzazione: 7. Per il SIMA è sempre stato un punto di vanto: nell’edizione precedente, il 50% degli espositori e il 25% dei visitatori era straniero. In realtà, l’impressione di quest’anno, confermata da diversi colleghi, è che non ci sia stata una massiccia presenza di espositori e visitatori provenienti dall’estero. Ovviamente tutti i “big” della meccanizzazione agricola erano presenti, ma rispetto alla passata edizione sia del SIMA che della recente EIMA sembrava mancare una massiccia partecipazione di costruttori dei cosiddetti paesi “emergenti” (India, Cina, Turchia, Brasile, ecc.). E’ bene però attendere le statistiche ufficiali, per avere conferma (o meno) di questa tendenza.

Macchinario in esposizione: 9. L’agricoltura francese rispecchia quella nord-Europea, profondamente diversa dalla nostra. Pochi aratri (e tutti ipertecnologici), tante attrezzature per la minima lavorazione, grande sfoggio di sensori e automazione. Molte delle macchine esposte erano dedicate a filiere che in Italia non sono sviluppate o sono in forte declino (barbabietola da zucchero, canna da zucchero, floricoltura di pieno campo, etc.). Si rimane sempre meravigliati, comunque, davanti a questi mezzi enormi, come ad esempio gli scavabietole semoventi, “bestioni” da 500 quintali con motori da oltre 500 CV e pneumatici larghi oltre 1 metro.

Novità: 5. Non si raggiunge la sufficienza. Due medaglie d’oro, tre d’argento e 18 segnalazioni sembrano tante, è vero, ma si tratta spesso di concept (o quasi, come l’AutoConnect di John Deere), oppure di novità che a guardar bene non sono tali (ad esempio un dispositivo di guida per sarchiatrice tramite GPS e visione artificiale). Da sottolineare che i costruttori attendono spesso queste fiere per presentare le novità “inedite”, quelle cioè che saranno realmente disponibili e che permettono di realizzare un buon fatturato. Perché in questa occasione così poco? La netta impressione è che 3 fiere internazionali (nell’ordine EIMA, SIMA e Agritechnica) nel giro di 12 mesi, da novembre a novembre, siano ancora troppe, nonostante la recente biennalizzazione di EIMA stessa. L’impegno economico per i costruttori è certamente gravoso; ai costi dello spazio espositivo (sempre in aumento), si devono aggiungere quelli per l’allestimento dello stand, di trasporto del macchinario, del personale impegnato… Per un grosso costruttore di trattori, la cifra raggiunge facilmente i sei zeri!

Qual è la soluzione? Probabilmente sarebbe utile accordarsi per una turnazione triennale, realizzando così una sola (ma proprio grande!) fiera agricola Europea all’anno, che si alternerebbe in tal modo tra Bologna, Parigi e Hannover. Ma gli interessi economici (e non solo…) in gioco sono troppo alti, e probabilmente non si arriverà mai ad una situazione del genere. Nonostante tutto, il SIMA rimane sempre una bella fiera; anche se meno internazionale, permette di osservare e conoscere macchine e attrezzature difficilmente impiegate in Italia. Chi mai avrebbe pensato che l’erpice strigliatore (vedi foto sotto) fosse tornato in uso nelle campagne francesi?!

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