Energia dai sottoprodotti agricoli

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È stata presentata alla Mostra Convegno Agroenergia di Tortona la ricerca “I sottoprodotti”: gli scarti agricoli possono valere oltre 10 Mtep annui.
C’è una miniera di energia nascosta nell’ agricoltura italiana: è quella dei sottoprodotti, gli scarti biologici delle lavorazioni agricole, che secondo la nuova edizione dell’Osservatorio Agroenergia possono valere, se adeguatamente valorizzati, oltre 10 Mtep annui di energia primaria, cioè il 5% dei consumi italiani. L’Osservatorio è commissionato da EnergEtica e Confagricoltura e realizzato da Althesys. Il professor Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys  definisce i sottoprodotti come scarti agricoli, biomasse legnose, deiezioni suine e scarti di macellazione e spiega: “La nostra valutazione evidenzia come il loro sfruttamento energetico potrebbe portare un contributo significativo ai target nazionali di generazione di energia da fonti rinnovabili. Dai sottoprodotti si potrebbero, infatti, ricavare oltre 10 Mtep annui di energia aggiuntiva, pari al 49% circa della produzione di energia primaria da fonti rinnovabili.”
Si tratta di 116 milioni di MWh che equivalgono a 15,8 miliardi al prezzo dell’energia sottoposto al consumatore finale. Ma non è tutto: sotto il profilo ambientale, dicono i dati dell’Osservatorio, permetterebbero di evitare emissioni di anidride carbonica per 5 miliardi di tonnellate l’anno.
Le regioni a più alta potenzialità sono Lombardia, Trentino Alto Adige, Campania e Puglia. Rilevante è però la sproporzione tra sottoprodotti disponibili e impianti per il loro trattamento, soprattutto in Piemonte e Sicilia.
Il potenziale è comunque notevolissimo, equivalente addirittura al 60% dell’obiettivo nazionale di produzione di energia rinnovabile da biomasse. Purtroppo, però, come avverte Marangoni, il settore è caratterizzato da un’elevata frammentazione e da diverse criticità che ne condizionano uno sviluppo equilibrato.