Dare una nuova forma alla zootecnia del futuro

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Si è appena concluso a Berlino il  10° Forum Globale per l’alimentazione e l’agricoltura, la principale conferenza internazionale su questioni chiave riguardanti il futuro dell’industria agroalimentare mondiale. Si è svolto nel contesto della International Green Week (19-28 gennaio 2018) e ha luogo annualmente ormai dal 2009 come occasione importante per discutere di sicurezza alimentare e nutrizionale. Alla edizione di quest’anno hanno partecipato anche i ministri della agricoltura di 69 paesi che, alla conclusione del forum hanno rilasciato una dichiarazione di intenti sulla zootecnia del futuro, tema centrale delle discussioni di quest’anno. (QUI)

La zootecnia all’alba del 21° secolo

Il settore zootecnico è un pilastro per la sicurezza alimentare e il sostentamento rurale. La comunità internazionale deve collaborare per garantire il suo potenziale contributo allo sviluppo sostenibile. La crescita della popolazione mondiale e una maggiore prosperità stanno portando a un aumento sproporzionato del consumo di alimenti di origine animale in tutto il mondo. La produzione deve essere aumentata in modo significativo per far fronte all’aumento della domanda. Si può anche presumere che il commercio con prodotti dell’allevamento del bestiame si intensificherà considerevolmente. Allo stesso tempo aumentano le richieste per una produzione zootecnica rispettosa dell’ambiente e del clima. Inoltre, i consumatori hanno esigenze più rigorose in merito alle condizioni di allevamento orientate al benessere degli animali. I rischi per la salute degli animali richiedono una cooperazione internazionale rafforzata. Le risposte a queste sfide determineranno essenzialmente il futuro dell’allevamento del bestiame, compreso il suo ruolo come importante fattore economico in molte regioni rurali. Lo sviluppo del settore zootecnico riveste un’importanza particolare anche per quanto riguarda gli obiettivi di sviluppo sostenibile nell’ambito dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare l’obiettivo 2 “Fine della fame, raggiungimento della sicurezza alimentare e miglioramento della nutrizione e promozione dell’agricoltura sostenibile”. Nel dibattito durante il forum si è voluto dare un contributo al raggiungimento di questo obiettivo. Inoltre, si è espressa la volontà di promuovere la comprensione a livello internazionale di metodi di allevamento orientati al benessere degli animali che soddisfino allo stesso modo i requisiti di sostenibilità, gestione del clima ed efficienza economica.

Bestiame e mezzi di sussistenza
Poiché la domanda di carne e di altri prodotti animali cresce in modo sostenuto, specialmente nei paesi in via di sviluppo, la questione dell’equità e di una distribuzione efficiente assume un’importanza crescente. Più della metà dei poveri che vivono in zone rurali del mondo fanno affidamento sul bestiame e devono essere dotati di competenze, conoscenze e tecnologie adeguate per partecipare e beneficiare di quella crescita piuttosto che «messi da parte espandendo grandi operazioni ad alta intensità di capitale» ha affermato Graziano da Silva, direttore generale FAO.

Abbassare l’impronta di carbonio
Ma non dobbiamo dimenticare che il bestiame genera più gas serra rispetto ad altre fonti alimentari – circa il 14,5% di tutte le emissioni antropogeniche. L’ espansione del settore pone dunque sfide alla biodiversità, all’accesso sostenibile all’acqua e, in particolare, agli obiettivi dell’Accordo di Parigi di limitare il modo in cui stanno aumentando le temperature medie globali.
Tuttavia «è possibile raggiungere un settore zootecnico a basse emissioni di carbonio» ha affermato Graziano da Silva, sottolineando che le stime della FAO sulle emissioni del settore potrebbero rapidamente ridursi del 20-30% in tutti i sistemi di produzione adottando pratiche di allevamento note come pascolo rigenerativo, selezione del foraggio e migliore riciclaggio di sostanze nutritive ed energia dai rifiuti animali. Una migliore gestione dei pascoli e la capacità di immagazzinare il carbonio e la salute dei loro terreni è essenziale anche per aumentare la produzione zootecnica e non aver bisogno di ulteriori deforestazioni, ha aggiunto da Silva. E ancora: «Con pratiche migliori e rispettose del clima, possiamo rapidamente creare catene di approvvigionamento di bestiame più sostenibili e più verdi».

La salute animale
Al forum si è sottolineata anche la necessità di affrontare la resistenza antimicrobica (AMR), una grave minaccia per la salute umana esacerbata dall’abuso, dall’uso eccessivo o non necessario di antibiotici nel bestiame, che a livello mondiale consumano il triplo della quantità di antibiotici utilizzata dagli esseri umani. La FAO dal canto suo auspica l’immediata cessazione dell’uso di farmaci antimicrobici per promuovere la crescita animale. I farmaci antimicrobici dovrebbero essere utilizzati solo per curare malattie e alleviare sofferenze inutili, ha ricordato Graziano da Silva, mentre si dovrebbe ricorrere al loro uso preventivo solo in gravi circostanze.

Maria Luisa Doldi