Dalla lana al … vino

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ciavolich

“Liberateci dai vincoli e dai lacci che frenano lo sviluppo”. E’ chiaro e netto il messaggio che intende lanciare Chiara Ciavolich, titolare dell’omonima azienda agricola, una delle più note e radicate in terra di Abruzzo. “ L’eccessiva e pesante burocrazia e la mancanza di certezze da parte delle istituzioni, soprattutto per ciò che attiene alla programmazione di investimenti aziendali, rappresentano gravi criticità per il comparto primario”, aggiunge l’imprenditrice agricola che ci guida alla scoperta della realtà aziendale: “I Ciavolich, mercanti di lana della Bulgaria, arrivarono in Abruzzo nel 1500 e si stabilirono a Miglianico, in provincia di Chieti. Nel corso degli anni divennero proprietari terrieri e nel 1853 costruirono a Miglianico, proprio di fronte al palazzo di residenza, una cantina di vinificazione. Oggi, rappresentiamo una delle più’ antiche cantine d’Abruzzo e d’Italia”

La vinificazione proseguì in questa struttura fino al 1943, anno dell’occupazione tedesca. “ Il palazzo in quest’epoca, così come anche la cantina, fu occupato dai tedeschi in ritirata che vi stabilirono il quartier generale permettendo comunque alla mia famiglia, ossia mio padre, mia zia e mia nonna,  e ad altre venti persone del paese di sfollare nelle grotte sottostanti piene di tinelli col vino in fermentazione – prosegue Chiara – l’occupazione durò tre mesi, fino all’8 dicembre del 1943, anno in cui le SS sfollarono definitivamente i civili.  Mio padre, allora quindicenne, tornò in possesso dell’azienda nel maggio del 1944 a guerra conclusa. Negli anni ‘60 arrivarono in eredità’, sulla provincia di Pescara, precisamente a Loreto Aprutino, le tenute di Donna Ernestina, la mia bisnonna. E qui mio padre piantò venti  ha di vigneto a Montepulciano, Trebbiano e Cococciola. Oggi seguo io personalmente l’azienda di famiglia, rimangono dieci di questi ha antichi, mentre gli altri 10 sono stati riconvertiti nel corso degli anni”.

Nel 2016 l’Azienda Ciavolich continua a produrre uve del territorio di Loreto Aprutino che trasforma nella propria cantina di vinificazione e imbottiglia sotto il proprio nome. I mercati di riferimento più’ importanti sono quelli abruzzese e quello estero.  “Oltre i confini nazionali siamo presenti in Usa, Giappone, Cina, Turchia, Germania, Francia, Olanda, Inghilterra, produciamo circa 150.000 bottiglie – aggiunge Chiara – per il nostro riscaldamento e per l’acqua calda utilizziamo una caldaia a noccio e a legna, in futuro abbiamo in cantiere l’ampliamento della cantina e delle camere degli ospiti nell’agriturismo. Siamo molto ottimisti, l’agricoltura costituisce uno dei pochi spiragli, se non l’unico settore, per la rinascita dell’economia del  nostro paese.  Il mondo intero ha fame di Made in Italy. Basterebbe aiutarci a svilupparlo e difenderci dai falsi”.

di Antonio Longo