Dai viaggi spaziali al richiamo della terra

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Basta ufficio o catena di montaggio. Il futuro, durante e dopo la crisi, può essere anche nell’agricoltura, come dimostrano alcune esperienze di giovani che hanno deciso di ritornare alla terra o di reinventarsi un mestiere fra le zolle. Una vera e propria rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixè secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Queste sono alcune delle loro storie.

Vanessa Olivari, 29 anni, ingegnere aerospaziale, abita e lavora a Orio Litta (Lodi), l’anno scorso, dopo la malattia del padre, ha deciso di accantonare gli studi sui viaggi spaziali e si è dedicata alla terra iniziando a coltivare piante officinali  e canapa su 16 ettari di campi: “Voglio fare un prodotto di alta qualità, completamente italiano”.

Davide Stocco, viticoltore di Zenevredo (Pavia), 38 anni, fino a qualche anno fa faceva geometra, poi dopo la morte prematura dei genitori ha deciso di tornare in azienda affinché questa continuasse a esistere. Ha rinnovato e rilanciato l’attività insieme a suo fratello Fabio: da notare che anche lui fino a qualche anno fa lavorava come tecnico informatico, e ora invece è impegnato a mandare avanti  la cantina insieme al fratello. «Non tornerei mai indietro – dice – sono contentissimo della mia scelta».

Stefano Ogliari risicoltore di Certosa (Pavia), 28 anni, si diploma geometra nel 2004 all’istituto Volta di Pavia, inizia a fare tirocinio e a lavorare come geometra ma qualche anno dopo decide di dedicarsi completamente all’attività agricola nell’azienda di famiglia dove coltiva riso.

Jonn Brignoli, 38 anni, di Trescore Balneario (Bergamo), dopo la laurea in ingegneria ambientale ha lavorato come consulente‎ nel settore della sicurezza dei luoghi di lavoro e per la sicurezza ambientale. Dopo circa un anno ha però capito che quello non era il lavoro che faceva per lui e così ha avviato un’azienda agricola di piccoli frutti che trasforma in confettura. Ha iniziato con una piccola realtà è poi si è ingrandito e oggi lavora in società con due sorelle. Nel tempo si è specializzato nel recupero di vecchie varietà di frutta, chiedendo informazioni ai vecchi agricoltori del posto.  con le quali realizza confetture molto originali.

Luca Derocchi,  33 anni, Darfo Boario Terme (Brescia): fino al 2010 ha lavorato come dipendente per una ditta di consegne, nello stesso anno ha subito un grave incidente stradale che lo ha costretto per due anni a letto, nel 2013 ha deciso di cambiare vita e ha preso in affitto 7.000 metri di terreno a Darfo Boario Terme e ha deciso di coltivare piccoli frutti e verdura. La sua scelta è stata motivata da due fattori: da un lato la necessità di ricominciare e di trovare un alternativa al suo lavoro e dall’altra è stato spinto dalla richiesta che ha colto fra la gente che conosceva di voler mangiare cibo sano, di qualità, di certa provenienza e con una storia. Ha una coltivazione di baby kiwi in val Camonica.

Paolo  Riseri, 30 anni, ha una laurea, e poi un’abilitazione in psicologia e insieme al fratello Roberto, 33 anni, ha dato vita all’agriturismo La Sorgente a Montodine (Cremona), trasformando la vecchia attività di pesca sportiva del papà in un luogo dove si sposano la buona tavola e la natura: “Ho sempre avuto due passioni, la psicologia e l’enologia. Mentre studiavo da psicologo all’università sono diventato sommelier. Mi sono laureato con una tesi dedicata al profumo dei vini e al valore del profumo nei nostri ricordi. Non trovo strano il fatto, oggi, di dedicarmi all’agriturismo: quello che mi ha avvicinato alla psicologia è stato l’interesse per il benessere della persona. Mio fratello è un ottimo cuoco, mentre io mi occupo della sala e della gestione del parco. E posso dire che con questo lavoro, che amo moltissimo, ho legato davvero i miei due grandi interessi”.

Mattia Frusconi, 29 anni, faceva l’operaio metalmeccanico. Oggi, da tre anni, è un vivaista.  E’ il titolare dell’azienda agricola “Gemma” di Isola Dovarese (Cremona), dove coltiva primule, gerani, surfinie: “Devo ammettere che tutto è nato da una scelta obbligata. Con la crisi, le commesse dell’impresa dove lavoravo scarseggiavano, e ad un certo punto come tante altre persone ho perso il lavoro. C’era un vivaio in vendita, e con il supporto di tutta la famiglia, abbiamo deciso di fare questo passo così impegnativo. Sono vivaista da tre anni, produco piantine annuali, e sono contento di questa scelta. L’inizio non è stato facile, ho dovuto imparare ogni cosa, ma via via mi sono appassionato e ci ho creduto sempre di più. Lavorare in proprio, essere un imprenditore agricolo, richiede dei sacrifici ma dà anche grandi soddisfazioni: lavori in casa tua, prendi le decisioni, vedi il frutto del tuo lavoro”.

Matteo Frigo di anni 36 residente a Volta Mantovana, attualmente gestisce con la mamma un’attività agrituristica che offre pernottamento e prima colazione: “Ho fatto per 12 anni l’operaio specializzato in 2 diverse ditte del settore metalmeccanico prima come tornitore e prestatore è poi attività di taglio metallo con apparecchiature laser. Ho deciso di cambiare non per un discorso economico ma per una soddisfazione personale. Ho seguito mia mamma nella gestione dell’attività prima marginalmente e ora da qualche anno in modo definitivo. In azienda mi occupo di tutto, dalla gestione dell’agriturismo, degli ospiti e nei lavori agricoli. Questa attività mi permette di coltivare il mio hobby preferito, che è il giardinaggio. Curo le piante non solo per me,ma anche per abbellire l’agriturismo. E questo viene molto gradito dagli ospiti. Non tornerei indietro, la mia vita è qui”.

Diana Saligari,  29 anni, di Chiuro (Sondrio) si è laureata in informatica  e dopo alcune esperienze lavorative nel settore ha deciso di dedicarsi all’attività agricola, passione che nutriva sin da giovane. Partendo dalla piccola azienda familiare gestita dai genitori, nel 2008 ha aderito alla misura 112 del PSR, prendendo il premio di primo insediamento giovani ed ha dato un indirizzo produttivo aziendale rivolto alla  frutta, in particolare ai mirtilli. Ha iniziato con 4.000 metri quadrati a mirtillo, per arrivare ad oggi ad averne complessivamente  12 mila metri in cui produce ciliegie, nocciole e susine che vende anche direttamente ai consumatori.

Gemmo Gianluca, 26 anni, dopo aver lavorato come operaio ha deciso qualche anno fa (nel 2011) di abbandonare il lavoro di operaio per cambiare vita. Radicalmente: ritorno alla terra, niente televisione uso dell’e-mail solo per le attività di impresa agricola. A Montegrino Valtravaglia (Varese) coltiva nei suoi appezzamenti di terra ortaggi, frutta e piccoli frutti. Cavoli, verze, carote, zucchine, peperoni e pomodori – ma anche kiwi, meloni e mirtilli – sono apprezzati negli Agrimercati di Campagna Amica del territorio.

Cristina Quintilla De Angeli, 32 anni, dopo aver lavorato in Svizzera nel settore della chimica, nel 2010 è subentrata al marito nell’azienda agricola di famiglia, a Tremezzo (Como), dandole nuova connotazione, con un laboratorio di trasformazione del latte e un locale per la vendita diretta. Produce formaggi, burro, yogurt: è inoltre presente in azienda un impianto per la produzione di piccoli frutti. Inoltre si è messa a disposizione delle imprenditrici agricole lariane, divenendo responsabile interprovinciale, per Como e Lecco, di Coldiretti Donne Impresa.

Christian Ianes Gilardi, 23 anni, non ha cambiato lavoro ma vita sì. A Valgreghentino, a sud di Lecco, produce olio, miele, farine (in particolare quelle di mais) e collabora a un progetto, insieme alla comunità montana del territorio, per il recupero di varietà storiche di granoturco. Proviene da una famiglia non agricola e la sua passione per il mondo rurale, maturata qualche anno fa, lo ha portato a un radicale cambiamento di vita e all’avvio di un’attività imprenditoriale in campagna.