“Custodi” della biodiversità  

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Biodiversità: come tutelarla, come valorizzarla. L’Italia vanta una leadership a livello internazionale in diversi settori: solo per citarni alcuni, si pensi alle 504 varietà iscritte al registro viti (contro le 278 dei cugini francesi) oppure alle 533 varietà di olive (contro le 70 spagnole), senza dimenticare il salvataggio dall’estinzione di 130 razze allevate, tra le quali 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini. Numeri che si evincono dai Piani di Sviluppo Rurale relativi all’ultima programmazione. Da anni il tema si trova al centro del dibattito degli addetti ai lavori, oggi le istituzioni hanno fornito la risposta che da tempo si attendeva, ossia l’approvazione definitiva, da parte della Camera dei Deputati, del provvedimento normativo finalizzato alla tutela della biodiversità.

“L’approvazione all’unanimità della legge – ha sottolineato il Ministro Martina – conferma l’importanza cruciale dell’agricoltura per un Paese come il nostro, che vanta un patrimonio unico per biodiversità che dobbiamo salvaguardare e promuovere in tutta la sua specificità. La norma sottolinea il ruolo primario e insostituibile dei nostri agricoltori nel presidiare e conservare il territorio. Una funzione che trova nella bellezza dei nostri paesaggi, plasmati negli anni dall’attività agricola, una testimonianza concreta e immediata con ricadute positive anche sul turismo. Quello di oggi è un altro traguardo importante raggiunto nell’anno di Expo”.

Strumenti efficaci e concreti quelli contenuti nella nuova legge, in grado di valorizzare la ricchezza agricola dell’Italia ma, allo stesso tempo, riconoscere all’agricoltore il ruolo di “custode” di questo inestimabile patrimonio. Tra le altre misure, si prevede l’istituzione di un sistema nazionale della biodiversità agraria e alimentare attraverso quattro strumenti operativi, ossia l’anagrafe della biodiversità, in cui saranno indicate le risorse genetiche a rischio di estinzione; il comitato permanente che garantirà il coordinamento delle azioni tra i diversi livelli di governo; la rete nazionale che si occuperà di preservare le risorse genetiche locali; infine, il portale nazionale, composto da un sistema di banche dati contenenti le risorse genetiche presenti su tutto il territorio italiano. Inoltre, è previsto l’avvio di un piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo mentre nell’ambito del piano triennale di attività del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – CREA si attueranno interventi per la ricerca sulla biodiversità agraria e alimentare, sulle tecniche necessarie per favorirla, tutelarla e svilupparla.

Un ruolo di primo piano sarà certamente rivestito dagli agricoltori, impegnati sul campo in prima linea quotidianamente. A conferma di tale importanza, la nuova legge prevede l’istituzione di un fondo di tutela per sostenere le azioni degli agricoltori e degli allevatori. Un aiuto concreto, quindi, per sostenere ed incentivare le attività legate alla tutela della biodiversità. In tale ambito, oltre allo Stato, anche le Regioni saranno chiamate ad incentivare e valorizzare le azioni messe in campo dagli agricoltori.

Soddisfazione per il risultato raggiunto è stata espressa dalle associazioni di categoria. “Investire sulla biodiversità – sottolinea la Coldiretti – è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo. Del resto l’agroalimentare italiano si fonda sui saperi delle nostre comunità e si sviluppa grazie alla ricerca che offre strumenti sempre nuovi di conoscenza della biodiversità. Il riconoscimento delle nostre produzioni tipiche e tradizionali legate al territorio diventa per l’agricoltura italiana un vero e proprio investimento in competitività. L’Italia è l’unico Paese al mondo che puo’ contare su 4.886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 272 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg”.

“La Cia, da sempre, fa della tutela della biodiversità il fondamento della sua visione dell’agricoltura – spiega il presidente nazionale Dino Scanavino – perché biodiversità significa adesione a un progetto di sviluppo sostenibile, ma anche riaffermazione della centralità agricola e dell’agricoltore come imprenditore “multiruolo” capace non solo di produrre dai campi ma di preservare l’ambiente, di qualificarlo attraverso l’attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura. Crediamo molto nelle possibilità di questa legge che finalmente definisce un quadro normativo unico, prevedendo misure fondamentali per la difesa e la valorizzazione della biodiversità”.

di Antonio Longo