Contoterzismo e zootecnia, legame sempre più stretto

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Dieci stalle di bovini da carne della provincia di Verona saranno protagoniste, a partire dalle prossime settimane, di un progetto pilota che coinvolgerà alcuni contoterzisti, per avviare un servizio di distribuzione alimentare gestito da imprenditori agromeccanici. Il tutto, per testare i possibili risparmio a vantaggio degli allevatori in termini di costi di gestione e tempo da destinare ad altre attività dell’azienda.

L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi per mano di Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai) e di Apima Verona. Il progetto sperimentale coinvolgerà, un ‘bacino di utenza da 1.000 capi bovini da carne e avrà una durata di sei mesi.

Per Francesca Storti, amministratrice dell’azienda Storti spa, che produce macchine per l’agricoltura e la zootecnia, si tratta di “Una proposta certamente innovativa per il mercato italiano“, che coincide con la presentazione di una macchina di insilamento ad alta intensità, rivolta proprio al mondo del contoterzismo. Quella della gestione delle stalle nella fase della preparazione e somministrazione dell’alimentazione, infatti, è un’attività che da anni caratterizza la zootecnia di alcune realtà estere, come ad esempio nei Paesi Bassi, dove si registrano diversi effetti positivi. Tra questi, vanno segnalati in particolare la diminuzione dei costi veterinari (che con questo tipo di conduzione si riducono anche di quattro volte), la riduzione dello spreco alimentare per gli animali e, come detto, una maggiore disponibilità di tempo “libero” per l’allevatore.

Con una crescita che ha avvicinato il comparto dei servizi per l’agricoltura ai 5 miliardi di euro, il contoterzismo guarda oltre ed esplora nuove opportunità di reddito – dice Dalla Bernardina – coniugando la sostenibilità a un aspetto molto spesso trascurato, ma determinante, che è il benessere dell’allevatore“. “I servizi in agricoltura sono un segmento che è cresciuto negli ultimi anni – dichiara il vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini, che è anche direttore di Confai Mantova -. Esigenze di natura produttiva, climatica, ambientale, ma anche determinate dalla necessità di far quadrare i conti nelle aziende agricole, hanno portato gli agricoltori a rivolgersi sempre più spesso alle imprese agromeccaniche, le uniche di fatto che nell’ultimo decennio hanno investito in tecnologia”.

L’impatto dell’attività agromeccanica sulla filiera zootecnica può diventare molto rilevante, a partire dal fatto che il 98% della raccolta con trince semoventi e mietitrebbie viene svolto dai contoterzisti. La possibilità di raccogliere in campo i dati di produzione del foraggio è stato del resto oggetto di un importante convegno tenutosi sempre in Veneto lo scorso ottobre, in un confronto con gli operatori del settore, con un particolare focus sull’utilizzo di nuove tecnologie in grado, ad esempio, di permettere ai contoterzisti una fornitura alle aziende zootecniche compresa di  informazioni determinanti per pianificare l’utilizzo del foraggio con meno sprechi, prendere decisioni mirate e creare maggiori efficienze. In tutto ciò la figura del contoterzista cambia, diventando un valido partner per l’azienda agricola. Attraverso i dati raccolti, fornisce, infatti, un elemento determinante per la crescita dell’azienda agricola. Il prezzo del servizio passa in secondo piano perché la competenza del contoterzista diventa centrale per ottenere economie all’interno dell’azienda agricola.

Emiliano Raccagni