Comprendere il senso dell’agricoltura

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Clelia cini

Due giovani, un’unica passione: l’agricoltura.  E’ nel cuore dell’Umbria che nel 2003 nasce l’ azienda agricola La casa dei Cini, grazie alla volontà e all’entusiasmo di Clelia e del fratello Riccardo. “Soprattutto grazie al sostegno dei nostri genitori abbiamo coronato il nostro sogno, – racconta la giovane imprenditrice agricola – l’azienda agricola, fondamentalmente, c’è sempre stata, sin dai tempi dei nonni; ma non era più sostenibile rispetto al contesto odierno. Tempo fa bastavano pochi ettari di seminativi per mandare avanti una famiglia, ora è impossibile e spesso non sostenibile economicamente. Fin da piccoli siamo stati abituati alla vita e ai lavori di campagna e ciò ci ha portato ad appassionarci a questo settore lavorativo”.

Con la nuova generazione prende, così,  il via un deciso cambio di rotta. Per essere al passo con i tempi e capaci di rispondere alle esigenze del mercato. “ Nel corso degli anni abbiamo reimpiantato i vigneti ed aumentato la superficie olivicola, – prosegue Clelia – da alcuni anni facciamo il vino nello nostra piccola cantina e vendiamo direttamente i prodotti della nostra azienda. Conduciamo l’azienda in modo biologico e per questo abbiamo voluto anche certificarla”.

Tanti i progetti già realizzati, altrettanti quelli in cantiere. “Abbiamo realizzato un impianto fotovoltaico sopra ad un capannone, di idee nel cassetto ne avremmo tante ma, purtroppo, le difficoltà economiche non mancano mai, – sottolinea la Cini – e’ vero che ci sono i PSR ma bisogna considerare che una parte dei costi, se non tutti, vanno anticipati e noi abbiamo preferito non rischiare di fare il passo più lungo della gamba. La nostra scelta e’ quella di incrementare l’azienda o la produzione ma lentamente. Per esempio, per quanto riguarda il vino non ci siamo ancora messi a vinificare tutta l’uva sia per problemi di spazio sia perchè cerchiamo lentamente di conquistare il nostro piccolo mercato senza rischiare di ritrovarci il non venduto in cantina ed essere, quindi, costretti a non poter vinificare le nuove annate”. Prudenza e lungimiranza in primis.

Giovane e donna: difficoltà ad inserirsi nel comparto agricolo? “Personalmente non ho riscontrato eccessive difficoltà nell’essere donna e fare l’imprenditore agricolo, se non lo scetticismo a volte della gente ma sono sempre orgogliosa di ciò che faccio, – risponde Clelia – incontro, pero’, quotidianamente i problemi che riscontrano gli altri giovani, e non solo, nel cercare di vivere questo settore. Ritengo che non ci sia spesso la consapevolezza delle difficoltà che si incontrano nel fare agricoltura: non si tratta di avere un impianto all’interno di un capannone e spingendo un bottone si avvia la produzione. Le condizioni atmosferiche possono essere le nostre migliori amiche ma anche le peggiori nemiche. Basta poco per rischiare di perdere un’intera produzione. Ci vuole tempo e pazienza per vedere delle colture pluriennali andare in produzione mentre si sostengono costi senza ottenere ricavi. Ritengo che nel mondo politico e delle istituzioni ci sia ben poca consapevolezza e questo lo riscontro nel panorama normativo. La burocrazia è tanta e complicata e alcuni adempimenti, secondo me, sono anche inutili. Spesso dai nostri politici sento parlare di giovani e di ricambio generazionale ma nei fatti, poi, non si muove nulla di realmente concreto. Ritengo che siamo un paese ricco di potenzialità ma, purtroppo, non riusciamo a sfruttarle, non facilitiamo il compito delle aziende, anzi  complichiamo tutto con numerosi adempimenti burocratici che rallentano, se non addirittura bloccano, le attività produttive. Le ultime novità a livello normativo sembrano rassicuranti ma io ormai se non vedo non credo. E’ facile a volte mettere belle frasi e slogan ma poi concretamente non sapere effettivamente metterle in atto”.

I giovani sono, così, chiamati a rimboccarsi le maniche e ad impegnarsi in prima linea. “Sono presidente regionale di Agia Umbria (Associazione giovani imprenditori agricoli di Cia Umbria) da alcuni anni e quello che nel mio piccolo cerco di fare, con gli altri miei colleghi che fanno parte dell’associazione sia a livello regionale sia a livello nazionale, è portare il nostro contributo nei luoghi dove spesso vengono prese decisioni da parte di persone che non sanno assolutamente cosa significhi fare agricoltura” conclude Clelia.

Di Antonio Longo