Carro armato – trattore, trattore – carro armato?

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Campagne nei dintorni di Mosca, Ottobre 1992, 3 anni dopo la caduta del muro e lo scioglimento dell’Unione Sovietica. Sono in visita tecnica presso un centro di ricerche sul macchinario agricolo con ben 700 dipendenti, che cerca appassionatamente di allacciare rapporti di collaborazione con il mondo occidentale, fino ad allora per loro un universo sconosciuto. Dietro una collinetta, in lontananza, si alza una colonna di denso fumo nero. Domando che cosa succede. Un incendio? Il mio accompagnatore non ne ha idea, e chiede il permesso di poter andare a vedere. Con sorpresa, vediamo un carro armato di fabbricazione russa, piuttosto malandato in verità, condotto presumibilmente da un soldato carrista (ha l’uniforme e il casco in cuoio di ordinanza), che con grandissime sgasate cerca di avanzare. Senza riuscirci. Eppure il terreno non presenta particolari ostacoli… Guardando con più attenzione, scorgiamo sotto la “pancia” del bestione una minuscola lama, simile a quelle sgombraneve, che a causa dell’improvvida posizione di fissaggio, faceva da puntone sotto la struttura del carro armato e riduceva quasi a zero il contatto dei cingoli con il terreno. Chiediamo (con curiosità e un po’ di sgomento) quale possa essere la finalità di una “prova” del genere. Ci rispondono: stiamo cercando di convertire un veicolo militare, destinato ad azioni belliche, per finalità pacifiche di tipo produttivo. Intento lodevole, ma tentativo francamente vano…

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In pratica, trasformare un carro armato in un trattore.

Casale di Scodosia (Padova, Italia), Aprile 2014. Un blitz del Ros dei Carabineri scopre e sequestra in un capannone, il “Tanko”, un “carro armato” (molto) artigianale, arrangiato dai secessionisti veneti utilizzando una pala cingolata Fiat-Allis, successivamente blindata e dotata di videocamere, su cui avrebbe dovuto essere installata una bocca da fuoco. Nei piani dell’organizzazione, il ”Tanko” avrebbe dovuto essere utilizzato per un’azione di stampo militare in piazza San Marco a Venezia. Al di là della portata politica dell’azione, su cui non si vuole esprimere la benché minima opinione (non è certo questa la sede…) e sulle conseguenze giudiziarie di un’azione del genere, si è trattato di un tentativo di convertire un mezzo destinato (anche) ad usi agricoli in una macchina con finalità belliche.

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In pratica, trasformare un trattore in un carro armato.

Ma allora il carro armato e il trattore hanno delle affinità?!? Certo che no, se consideriamo dal punto di vista agricolo il classico moderno trattore a ruote, molto evoluto per le sue dotazioni meccaniche, idrauliche ed elettroniche. Ma se guardiamo ai trattori cingolati di qualche decennio fa, ancora operanti con profitto nelle nostre campagne, le due macchine non sono poi così distantissime… Se poi facciamo riferimento a qualche modello in uso nell’ex Unione Sovietica (e forse tuttora in azione in qualche piccolo Stato nato sulle sue ceneri) le similarità aumentano.

Qual è l’elemento che più accomuna il carro armato e il trattore cingolato? Certamente, l’organo di propulsione, ovvero i cingoli, che permettono a questi due veicoli di avanzare senza incertezze anche su terreni particolarmente difficili, dove i mezzi a ruote, per quanto dotati di pneumatici larghi e a bassa pressione, si devono arrendere. In tempi recenti, si sta assistendo al crescente successo del cosiddetto cingolo in gomma, che unisce in sé alcuni dei vantaggi sia dei tradizionali cingoli in acciaio, sia degli pneumatici. E questo concetto si è recentemente concretizzato in altri prodotti interessanti.

Ma questa è un’altra storia. Alla prossima…

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