Biologico in gran forma…

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Il mercato italiano del biologico non conosce flessione. Anzi, registra il più alto aumento di consumi degli ultimi dodici anni. Il trend positivo, in atto dal 2005, è confermato dai numeri, che dimostrano  come nei primi cinque mesi del 2014 gli acquisti domestici di biologico confezionato attraverso i canali della grande distribuzione siano aumentati del 17,3% in valore, mentre nello stesso periodo la spesa agroalimentare è risultata in flessione (-1,4%). Questo il dato più importante contenuto nel rapporto “Bio in cifre 2014”, presentato dal Ministero delle Politiche agricole e forestali. Il documento è realizzato dal Sistema d’Informazione Nazionale sull’agricoltura Biologica (Sinab) e da Ismea.

Domina il segno +. A guidare la classifica dei prodotti bio più amati dai consumatori, le uova, in assoluto le più acquistate, con un’incidenza di quasi il 10% sulla spesa biologica totale. Il segno “più” domina però tutti i settori di riferimento: a partire dagli operatori del settore, che risultano essere alla fine del 2013 oltre cinquantamila (52.383), con un aumento complessivo del 5,4%. I produttori esclusivi sono 41.513; 6.154 i preparatori esclusivi (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 4.456 quelli che effettuano sia attività di produzione che di preparazione; 260, infine, sono le aziende che effettuano attività di importazione.

E’ in aumento rispetto al 2012 anche la superficie coltivata, che oggi rappresenta un decimo della superficie coltivata totale, con   1.317.177 ettari  e un aumento complessivo annuale del 12,8%. A dominare questa particolare classifica degli orientamenti produttivi sono i pascoli, il foraggio e i cereali. Segue, in ordine di estensione, la superficie investita ad olivicoltura. Crescita vorticosa anche per la zootecnica, in particolare per l’allevamento di equini (+38,7%) che continua per motivi strutturali a misurarsi su numeri relativamente contenuti. In crescita anche la categoria “altri animali” (+31,4% del numero di capi), nella quale è compresa anche la cunicoltura.  L’anteprima di ”Bio in cifre 2014” dimostra che la crescita elevata sotto il profilo dei consumi in Gdo dipende in particolare da un aumento del numero di referenze e dalla introduzione di nuove linee di prodotto che negli anni passati non erano presenti, per esempio paste speciali, prodotti a base di kamut, farro, nuovi prodotti per la crescente platea di vegetariani, vegani e persone con intolleranze alimentari.

Italia leader in Europa. Soddisfazione viene espressa dal Ministro Maurizio Martina:  “Siamo leader in Europa nel settore bio e il trend positivo di crescita del comparto sotto il profilo produttivo e dei consumi ne è la conferma. Parliamo di un settore che vale 3 miliardi di euro nel nostro Paese e che riguarda oltre il 10% della superficie agricola nazionale. Durante il semestre italiano di Presidenza dell’Ue lavoreremo sulla riforma della normativa europea sul biologico, sulla quale già nel primo Consiglio dei Ministri dell’agricoltura a Bruxelles si è aperto un positivo dibattito“.

Il quadro del bio delineato dal Sinab – ha aggiunto il Viceministro Andrea Olivero, che ha la delega all’agricoltura biologica – è positivo e incoraggiante, soprattutto per quella parte di agricoltura ‘green’. La sostenibilità premia: mentre il trend dei consumi alimentari decresce, la domanda del bio risulta in totale controtendenza. Puntare su prodotti eco, innovare i processi produttivi in chiave sostenibile sono i fattori di successo della nostra agricoltura e su questi obiettivi è indirizzata la nostra azione politica“.

Molte nuove aziende agricole, perlopiù condotte da giovani, scelgono la via del bio. “Questo è un segnale che le organizzazioni agricole italiane e la politica dovrebbero cogliere, per riconoscere il vero valore dell’agricoltura biologica come prospettiva concreta per la rinascita dell’agricoltura italiana – ha dichiarato il  Presidente di FederBio Paolo Carnemolla.

 Articolo di Emiliano Raccagni