Antimicrobici: un piano per limitare l’affermarsi di resistenze

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Gli antimicrobici sono usati per trattare animali già malati o per prevenire la diffusione di malattie all’interno di una mandria o in una fattoria. Oltre che per il bestiame, essi sono ora impiegati anche in acquacoltura. Sono talora usati sulle colture e vengono aggiunti in basse concentrazioni all’alimentazione animale per stimolarne la crescita – una pratica che, secondo la FAO, è sempre più scoraggiata, ma ancora relativamente comune. Le stime del consumo globale annuo totale di antimicrobici in agricoltura variano considerevolmente. Ciò è dovuto alla scarsa sorveglianza e raccolta dati in molti paesi. Ad esempio, solo 42 paesi nel mondo hanno sistemi di raccolta dei dati sull’uso di antimicrobici in zootecnia.

Il consumo di antimicrobici stimato a livello globale nel settore zootecnico nel 2010 era di 63.151 tonnellate. Le quantità destinate alla produzione agricola sarebbero relativamente basse rispetto a quelle utilizzate nella produzione animale, con numeri che vanno dallo 0,2 allo 0,4%. Secondo la FAO, nella prospettiva di un aumento del consumo di carne, anche l’utilizzo di antimicrobici è destinato ad aumentare. Secondo stime della US National Academy of Sciences i 2/3 del consumo saranno utilizzati nel settore della produzione animale e i quantitativi destinati ad allevamenti suini e di pollame sono destinati a raddoppiare. L’aumento nell’uso di antimicrobici ha portato con sé anche un aumento di ceppi resistenti alle molecole normalmente usate per combatterli. Il rischio significativo per la salute umana e animale provocato da “resistenza antimicrobica” e gli impatti per l’agricoltura saranno temi discussi ad un evento di alto livello delle Nazioni Unite il 21 settembre a New York.

Sulla resistenza antimicrobica la FAO ha appena pubblicato un piano d’azione, in cui si afferma: «I farmaci antimicrobici giocano un ruolo critico nel trattamento delle malattie degli animali da allevamento e delle piante. Il loro uso è essenziale per la sicurezza alimentare, per il nostro benessere e per il benessere degli animali. Tuttavia, il loro eccessivo uso, associato con la comparsa e la diffusione di microrganismi resistenti agli antimicrobici, pone tutti a grande rischio». Il piano di azione FAO mette in evidenza quattro aree chiave di intervento e relative possibili azioni, in ambito alimentare e agricolo.

Le aree di intervento sarebbero:

  • Migliorare la consapevolezza dei problemi legati alla resistenza antimicrobica tra gli agricoltori e produttori, professionisti veterinari e le autorità, politici e consumatori;
  • Costruire capacità nazionali per la sorveglianza e il monitoraggio della resistenza antimicrobica e l’uso di antimicrobici negli alimenti e in agricoltura;
  • Il rafforzamento delle governance relative negli alimenti e l’agricoltura;
  • La promozione di buone pratiche nell’uso degli antimicrobici

Il piano d’azione FAO per la resistenza antimicrobica si trova QUI

Articolo di Maria Luisa Doldi