Agricoltura piemontese trainata dal vino

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Tempo di bilanci per l’agricoltura piemontese, che secondo le stime di Coldiretti ha vissuto un 2015 sostanzialmente stabile, facendo registrare un leggero calo (-0,6%) nel valore della produzione lorda. Il Pil agricolo del Piemonte rappresenta l’11 per cento di quello nazionale. Il prodotto interno lordo piemontese è pari al 2,5 per cento del Pil regionale, raggiungendo con l’agroalimentare il 5,3 per cento. Buone notizie sul lato dell’occupazione: l’agricoltura e l’alimentare hanno registrato un aumento di 2.297 unità rispetto al 2014, pari al +4,6 per cento.

Ma una vera e propria performance fuori scala è stata quella fatta registrare dal settore vitivinicolo, che traina l’intero settore primario regionale con un incremento del 29,3%. Favorito anche dalle condizioni climatiche, il mondo del vino piemontese, pur partendo da una vendemmia quantitativamente stabile rispetto all’anno precedente (+2,5%), “vale” 159 milioni di euro e continua a rappresentare un fattore decisivo per l’intero export regionale: basti pensare che il vino piemontese assorbe il 35% del valore di prodotti in uscita verso gli Stati Uniti.

Guardando agli altri settori, l’analisi della stagione appena conclusa evidenzia una serie di indicatori positivi, ad esempio per il settore ortofrutticolo, nel quale emergono buone prospettive commerciali per kiwi e mele e una certa ripresa produttiva per pere, susine e fragole. Non si può dire lo stesso per le produzioni estive, con pesche e nettarine in particolare sofferenza. Tiene la risicoltura, mentre continua il suo trend positivo il comparto delle nocciole, nonostante il sempre più evidente “disturbo” creato dalla concorrenza dovuta a importazioni dall’Est asiatico.

Tra le note dolenti, ma questa non è una novità nella panoramica nazionale, il settore del latte, che perde il 14% di Produzione Lorda vendibile, nonostante a fine novembre il nuovo accordo economico siglato con Italatte faccia salire del 2,1% il prezzo del latte alla stalla. Una cifra ancora troppo bassa rispetto ai costi di produzione, che Ismea continua a stimare attorno a 38/40 centesimi al litro.

Per quanto riguarda la zootecnia da carne, si registra una ripresa per la razza bovina Piemontese per la quale nel corso dell’anno Coldiretti Piemonte ha lavorato al fine di ottenere il riconoscimento I.G.P. per il Vitellone Piemontese della Coscia, pratica che attualmente è in sede d’esame presso la Commissione europea. Pesa positivamente nei conti anche l’accordo di filiera siglato con la catena McDonald’s nel 2013 e replicato quest’anno, che ha portato la Razza Piemontese in oltre 500 ristoranti della multinazionale presenti in Italia.

I conti complessivi dell’annata agraria risentono però in modo netto dell’embargo russo, che rimarrà invariato almeno fino alla prima metà del 2016. Una situazione che pesa soprattutto per il settore ortofrutticolo, se si pensa che il 60% dei 5 milioni di quintali di frutta prodotti in Piemonte è destinato all’estero, di cui il 40 per cento proprio alla Russia.  Questo fattore pesa non solo per i danni economici diretti dovuti alle mancate vendite, ma anche per lo sconvolgimento degli equilibri di mercato, con le produzioni di altri Paesi europei che, non potendo arrivare in Russia, trovano sbocchi sul mercato italiano facendo calare notevolmente i prezzi.

Per i vertici di Coldiretti Piemonte, sul nuovo anno pesa come una partita decisiva la programmazione europea e la capacità di indirizzare i fondi Psr su progetti mirati e interessanti. “A fine ottobre è stato compiuto un passo importante da parte della Commissione europea con l’approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 che rappresenta una grande occasione per sostenere lo sforzo di rinnovamento del settore agricolo e per aumentare la competitività delle nostre aziende piemontesi. Si creano le opportunità per l’occupazione di almeno 2500 giovani fra gli aiuti destinati a sostenerne l’insediamento e quelli espressamente a loro dedicati per gli investimenti” – ha spiegato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte.

Emiliano Raccagni